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MI SONO SEMPRE CHIESTO DEL PERCHÉ SU QUELLA CINTURA NERA CI FOSSE UNA STRISCIA ROSSA

Ho da sempre praticato esclusivamente JU JITSU, stando in questo mondo, ho avuto spesso modo di sentir nominare il Jiu Jitsu brasiliano, ed ero uno di quelli che diceva : “non vale un cazzo è solo a terra, è il nostro ne waza, punto” . Non gli ho dato mai peso e ho sempre continuato sulla mia strada e con le mie belle convinzioni…sulla valenza del BJJ.

Strada facendo e soprattutto non volendo,  mi ritrovo ad uno stage di lotta a terra,  in quel periodo  ero secondo Dan di tradizionale, tra i partecipanti al seminario vi erano molti gradi alti…di Ju Jitsu. Inizia lo stage: riscaldamento e poi lavoro specifico sul ne waza, ma sento parlottare più del dovuto, il brusio veniva da una coppia di ragazzi, uno indossava  un kimono diverso dal nostro, con una cintura blu legata in vita e l’atro una cintura viola della nostra scuola.

Le tecniche si susseguono fino a che colui che stava “in pompa magna…” durante la spiegazione di una tecnica viene bruscamente  interrotto dal quel ragazzo di cui sopra, metto bene a fuoco la cintura e noto un rettangolo nero sull’estremità sinistra della cinta, “chi cazzo è sto scemo che si permette di contestare un quarto dan mentre spiega?” , la contesa dalla teoria passa alla pratica, l’inefficacia e la non applicabilità di quella tecnica, più di tutte le altre fin lì trattate, viene a galla, quello strano ragazzo invita a lottare il “dominus” che, non potendo esimersi,  cade in trappola e accetta di confrontarsi, partendo proprio dall’ultima tecnica spiegata. Non solo quella tecnica di finalizzazione non funzionava, ma la cintura blu, prima lo sottometteva in maniera vergognosa e poi lo finalizzava in modo pauroso.

Fermi tutti, qualche cosa non quadra, una blu che umilia cosi un quarto Dan che, tra l’altro, pesava sicuro 20 kg in meno, clamorosa figura di merda!!!

Rosso fisso, come la spia della macchina, il povero “dominus”, proferì  testuali parole: “è normale che sia finita cosi voi siete specializzati nella lotta a terra”, ah mo si che tutto torna, tutto è più chiaro, quindi quel cazzo de jiu jitsu brasiliano che tanto bistrattavo era un attimino…ino…ino…differente  dal ne waza?

La risposta l’avevo appena avuta…, ma non essendoci peggior sordo di chi non vuol sentire e non avendo troppo a cuore il ne waza, essendo affascinato dalla parte tecnica sia a mani nude che con le armi del tradizionale, ho catalogato quell’evento come non importante. Della serie “ma sti cazzi che questi so’ animali, io faccio il mio e loro fanno il proprio”.

Continuo cosi per la mia strada, passano un po’ di anni e riesco a prendere il terzo Dan nel tradizionale fino a che, un bel giorno con la mia bella cintura terzo Dan legata in vita, SALGO SUL TATAMI SBAGLIATO… pieno di cinture bianche…tutte con quella ca..o di striscia nera sull’estremità della cinta

Percepivo  una leggera sensazione di pericolo e non capivo perché visto che erano cinture bianche e io TERZOOOO  DANNNN, umh si si , il mio subconscio, evidentemente più avvezzo al pericolo,  aveva già intuito che erano ca..i amari e che tra attacco e fuga avrei dovuto scegliere la seconda, quella bella cintura che avevo legata in vita non mi avrebbe di certo aiutato…

Sono pagato per essere curioso… decido di rimanere, inizia la lezione e durante il saluto riesco a collocarmi fortunatamente tra gli ultimi, grande riscaldamento, segue la spiegazione delle tecniche, didattica formidabile da parte dei docenti presenti, ricca di particolari ed efficacia, cose mai viste prima, fino a lì tutto ok, ho capito da subito che erano dei professionisti che sapevano il fatto loro. Da appassionato della pulizia tecnica e dei particolari, rimango estasiato da tanta perfezione e particolarità tecnica, però c’era sempre sta bella sensazione di pericolo, sempre più imminente(tipo acqua, fuocherello, fuoco-fuoco-fuocooo), boh mo passerà pensavo tra me e me… si si. Si parte, coppieee,  mi giro intorno e vengo invitato a combattere… uno due tre quattro combattimenti, e finalmente ho capito perché avevo quella strana sensazione di pericolo, m’hanno ATTRIPPATO DE BOTTE, SOPRA, SOTTO, DE LATO, DAVANTI , DIETRO, LEVE, STRANGOLAMENTI, più pesanti meno pesanti , era come la “proprietà commutativa” cambiando l’ordine degli addendi il risultato era sempre quello. Da quel momento ho iniziato ad interpretare meglio il mio istinto…

Di fatti tutto “quell’affetto” che mi hanno mostrato durante lo sparring mi ha portato a seguire il mio istinto, ho iniziato a praticare quella cazzo di disciplina che non valeva niente perché era solo a terra…

Intendiamoci il Ju Jitsu giapponese era ed è sempre parte di me, perché la storia non si cancella, la validità e la funzionalità di tanti aspetti del Ju Jitsu non si discute, ma lo sport da combattimento è un’altra cosa.

E’ oggi uso comune purtroppo che molte palestre di tradizionale, per fare cassa pubblicizzano il corso di Ju Jitsu ne waza scrivendo tra parentesi BJJ, non è carino però è cosi. Avrei potuto farlo anche io senza problema alcuno, ma con quale coraggio potevo mettermi ad insegnare “NE WAZA (BJJ)…” con la cintura nera legata in vita, con il pericolo che prima o poi sarebbe sbucata dal nulla una qualche cintura bianca o blu di BJJ vera che mi avrebbe potuto distruggere come un castello di sabbia. Questi volponi li capisco: JU JITSU e JIU JITSU “cambia solo il modo di scriverlo, posso tranquillamente insegnarlo sotto mentite spoglie”.

Lungi da me come quarto dan di tradizionale screditare il Ju Jitsu, però non posso esimermi dal dire che sarebbe opportuno rimanere ognuno nel proprio campo e non sconfinare in quello altrui, il Ju Jitsu tradizionale è affascinante, altamente formativo e utilizzabile per la difesa personale, è la madre delle maggior parte delle discipline esistenti, ha millenni di storia e tradizione, ma deve essere preservato per quello che è e non essere mescolato per assonanza e comodi propri (per lo più economici) ad altre discipline.

Il BJJ è una cosa a sè, altri obiettivi, altre procedure , applicabile in tutti i contesti,sportivi, operativi..e civili, in vero con alcuni argomenti somiglianti, MA TOTALMENTE DIFFERENTE  .

Arriviamo al dunque dopo sta pappardella

Voglio ringraziare il mio Maestro, il Prof. Alexander Vasconcelos Dos Santos “BATATINHA” per avermi dato in primo luogo la possibilità di entrare a far parte della BATATINHA TEAM ITALIA, e poi perché step by step mi ha portato ad essere quello che sono, fino ad arrivare a  riconoscermi e a promuovermi inaspettatamente a BLACK BELT di BJJ.

Grazie a tutto il team della BATATINHA e a tutti coloro che negli anni hanno contribuito a portarmi a questo grandissimo e prestigioso riconoscimento.

Finalmente ho capito che quella striscia rossa sulla cintura nera rappresenta il sacrificio, il sudore , la perseveranza, la gioia, il dolore, la paura, il coraggio, il rispetto, la condivisione, la fatica, il pericolo e la passione.

Il rosso è il colore più stimolante e coinvolgente di tutto lo spettro cromatico!

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